Come sta andando il distretto della concia di Arzignano? Secondo una recente intervista realizzata da MDP La Conceria (n. 06 del 2014) a Leonello Guidetti, direttore della divisione Banca Popolare di Verona (gruppo Banco Popolare), la crisi che si è abbattuta nel 2008 ha comportato una razionalizzazione del comparto e ha ridotto gli operatori mantenendo quelli finanziariamente più strutturati. Il mercato ha premiato chi si è rivolto all’export e lo ha affrontato con decisione e competenza. Certo i margini per gli operatori si sono ridotti, a seguito di un aumento dei costi di approvvigionamento delle pelli che ha creato difficoltà, soprattutto fintantoché questi non sono stati traslati sui listini. Oggi persistono margini ridotti rispetto al passato ma le aziende sono ora più forti e meglio organizzate, soprattutto quelle che si sono rivolte in maniera significativa verso l’estero.
Una nostra riflessione sul mercato estero: “Per quanto l’estero sia diventato di particolare importanza, lo è esclusivamente dal punto di vista dei mercati di sbocco – evidenzia Danilo Marchetto – difficile se non impossibile pensare ad una delocalizzazione produttiva”. Conoscenza diffusa delle tecniche conciarie e competenze come quelle che si trovano nel distretto della pelle di Arzignano, rendono l’attrazione esercitata da bassi costi produttivi, del lavoro e del sistema, che si trovano in alcuni paesi, poco interessanti. “In una filiera altamente specializzata come quella del distretto, risolvere un problema di produzione o corrispondere alle esigenze sempre più complesse dei nostri clienti, è più agevole, e impagabile”. Di fatto quindi i vantaggi competitivi dati da un know how diffuso rendono poco conveniente spostarsi in paesi con la chimera dei costi più bassi. A maggior ragione adesso che lo sviluppo di nuove tecnologie sempre più attente all’ambiente e la ricerca in miglioramenti produttivi e risparmi energetici, stanno giocando un ruolo fondamentale nella competizione globale.