Bonded o rigenerata, di pelle c’è poco. Quel poco sono le fibre o pezzettini di pelle, in genere scarti di lavorazione della pelle naturale, che con un procedimento simile a quello della carta riciclata, vengono triturati e mischiati a gomma, lattice ed altri aggreganti sintetici. Il composto viene poi pressato in fogli di vario spessore a seconda dell’utilizzo che se ne vuole fare. In una successiva fase di finitura, avvengono i processi di calandratura, smerigliatura e verniciatura ed infine i fogli, con la fase di goffratura, vengono stampati con disegni tali da imitare la grana della pelle naturale.
L’uso di bonded leather o pelle rigenerata si sta diffondendo soprattutto nella produzione di arredi, borse e calzature. Ma sebbene le caratteristiche visive e tattili del prodotto possano somigliarsi, le vere qualità della pelle naturale come la traspirabilità, la resistenza e durata non vengono certo mutuate, con il risultato che comprare un divano in bonded leather significa trovarsi in molti casi con un prodotto che si rovina facilmente. Infatti, se la pelle naturale con l’uso migliora nell’estetica e non ha problemi di durata, la bonded leather si usura e tende a spaccarsi, in modo praticamente irrimediabile. Attenzione quindi agli acquisti, se un prodotto in pelle ha un costo sospettosamente basso, ma il venditore vi assicura che si tratta proprio di pelle, verificate se state comprando bonded leather.
Il termine pelle rigenerata attrae soprattutto per l’idea di riciclo che porta con sé, ma a questo proposito è bene ricordare che l’industria della concia è di fatto una filiera dell’industria alimentare e che un altro sistema di riutilizzo della pelle, anche successivamente ai processi di concia, è la sua valorizzazione in agricoltura come fertilizzante. L’idea di ecologia che la bonded leather porta con sé, con l’uso dei molti prodotti chimici necessari per la sua lavorazione, rimane quindi, solo un’idea.