Tobia Scarpa spiegava la sua scelta di usare la pelle per il divano Bastiano come una precisa volontà di “riumanizzare” i materiali, in un’epoca come quella degli anni ’60, dove nessuno si sarebbe sognato di usarla. Perlomeno in Europa. “In America (invece ndr) un paese più opulento del nostro, si faceva tutto con la pelle, probabilmente perché aveva una durata superiore agli altri materiali” come ripreso dall’intervista pubblicata dalla collana “Saper credere in architettura” a cura di Antonello Marotta.
Chi parla il linguaggio del modernariato, conosce il valore di questo pezzo d’arredo, non solo economico ma anche come icona stilistica di un’epoca. Tobia Scarpa, nell’ idearlo, desiderava proporre un mix di soluzioni: sia divano che letto, per i giovani e per gli anziani, che non avesse bisogno di falegnami o tappezzieri, che fosse pratico senza misure ingombranti, gradevole e che potesse essere accettato da tutti. Doveva avere una durata infinita.
Per Anna, il divano Bastiano, oltre a tutto questo, ha anche il forte valore emotivo di un oggetto che rappresenta un legame con il proprio vissuto e quello della propria famiglia. Dopo oltre 50 anni, Anna ci ha chiesto di dargli una nuova veste: “Abbiamo scelto assieme l’anilina – racconta Agata Marchetto – per noi la più preziosa, capace di assicurare grande comfort, eleganza e dare così nuovo fascino a questo oggetto carico di storia”. Nuova pelle e stesso palissandro, e il divano Bastiano è di nuovo bello come allora. Memoria di un tempo che ritorna, stile intramontabile.